È l’ultimo verso, il 139, del canto XXXIV dell’Inferno della Divina Commedia, così lontano ma così vicino a noi, oggi, in questo momento in cui l’Italia e il mondo intero sono attanagliati dall’ ‘inferno’ del coronavirus. Con Dante, quindi, vogliamo fare l’augurio, quanto mai attuale, a presto riveder le stelle, a ‘uscire e a rivedere la luce’…
Ci piace partire da questo verso per individuare degli spunti utili a vivere al meglio la nostra condizione attuale e, perché no, a uscirne migliori.
Dante e la sua guida, Virgilio, sono alla fine del lungo camminare nel buio della profondità della Terra, quando, a un certo punto del percorso, inizia la salita, e i due poeti, noncuranti della stanchezza, iniziano ad andare verso l’alto. E qui, da una apertura tonda nella roccia, rivedono il cielo e le stelle.
Da qualche tempo siamo in una situazione simile a quella vissuta da Dante e Virgilio, in cui buio, disorientamento, paura, dubbi, ansia ci assalgono… cosa fare per gestire tutto questo?
Cogliamo, dunque, qualche suggerimento analizzando le parole del verso dantesco proposto.
- Dante cammina con Virgilio. Avere una guida, un mentore che ci accompagni e con cui confrontarci rende più leggero il percorso, soprattutto quando ci si sente nel buio, quando si vive nell’incertezza. Allora, viene da chiederti: c’è qualcuno tra le persone che conosci, di cui ti fidi o che ti piace, o qualche figura da modellare, a cui attingere per allargare la tua mappa mentale e risalire per rivedere ‘le stelle’?
- E quindi. La congiunzione ‘e’ indica che qualsiasi esperienza si congiunge, si unisce a qualcosa di precedente. La parola Quindi, in questo verso, significa di lì, cioè dall’apertura nella roccia (da cui Dante e Virgilio rivedono le stelle :)). In questo tempo di isolamento, di stasi, si è invitati o ci si ritrova a compiere un viaggio nel proprio vissuto, passato e anche presente, ed è da questo, di lì, che ci si muove per procedere. Qual è la cosa più importante per te e qual è la cosa in cui credi? Cosa ti sta insegnando questa situazione? Qual è il primo passo che farai quando tornerai a ‘rivedere le stelle’?
- Uscimmo rimanda a un movimento che va dall’interno verso l’esterno, che porta ad andare fuori da sé verso qualcosa di nuovo o verso qualcuno di nuovo. Ci sono state delle volte in cui ti sei trovato in una situazione di smarrimento profondo e poi ne sei uscito? Cosa hai fatto? Come ti sei sentito? Prova a ricordare le stesse sensazioni positive e a portarle alla memoria quando senti di averne bisogno. Un particolare: il verbo coniugato al plurale, uscimmo, conferma quanto detto al punto 1: insieme a qualcuno è più facile tornare a guardare le stelle.
- Rivedere: il ‘ri’ fa pensare a qualcosa che si ripete, che può accadere ancora una volta (quindi, torneremo a rivedere le stelle). Per noi è importante vedere le cose e anche rivederle… allora, nell’attesa di vedere le cose tornare alla ‘normalità’ a cui siamo abituati, possiamo vedere con gli occhi della mente ciò che di bello già abbiamo e c’è intorno a noi, e possiamo visualizzarlo cercando un posticino per noi, concentrandoci e facendo attenzione a cosa udiamo, a cosa percepiamo in noi, a cosa tocchiamo, a quali odori e sapori sentiamo. Cosa di bello ho e c’è nella mia vita, che mi dà sollievo e di cui essere contento?
- Le stelle. Ciò che Dante e Virgilio rivedono è la luce, il cielo stellato, non vedevano l’ora di tornare alla luce. È una sorta di rinascita, dopo essere stati al buio e aver visto tante cose anche spaventose. Le stelle invitano a guardare in alto, verso l’alto. Dopo questo periodo di esilio forzato, di distacco, di riflessione, di introspezione, di adattamento a nuove regole, potresti chiederti: chi voglio essere? Qual è il senso profondo della mia vita?
…affinché a presto possiamo dire: E quindi usciamo a riveder le stelle!
La lettura del vostro articolo mi porta a ricordare quando tempo fa’ salii per la prima volta sulla vetta di una montagna. La salita è stata molto dura e faticosa. A darmi forza e coraggio è stato un amico del posto che conosceva già il percorso e accompagnandomi mi aiutava ad immaginare ciò che avrei visto una volta raggiunto la meta. Più salivo e più si realizzava ciò che immaginavo, fino al raggiungimento della vetta dove visualizzavo realmente ciò che avevo pensato durante tutto il percorso, e la cosa mi ha soddisfatto molto. Grazie per darmi l’opportunità di riflettere su chi voglio essere e cosa voglio fare una volta usciti da questo blocco forzato… perché immaginare che un giorno arriverò a rivedere le stelle mi aiuta a superare le difficoltà di questo tempo.
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Bene, Vito! Si può ri-tornare a ri-vedere le stelle e, come dici, quando si visualizza la meta, la vetta, durante il percorso, anche mentre si è affaticati, intimoriti, una guida, un aiuto possono aiutarci, come il tuo amico con te. Grazie per aver calato nella tua esperienza personale, e per averla espressa, quanto detto nell’articolo. Allora, a ri-vedere la luce, le stelle con la consapevolezza più forte di chi vuoi essere e di cosa vuoi fare. Buone stelle! 🙂
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