Con queste parole inizia una drammatica avventura che, dall’11 al 17 aprile 1970, vide protagonisti i tre astronauti dell’APOLLO 13 in missione per la Luna.
Il volo della NASA, in poche ore, da missione ordinaria divenne un salvataggio, che ebbe diverse e gravi traversie prima di concludersi con il successo del recupero di tutti e tre membri dell’equipaggio, vivi.
Questo famoso episodio può richiamare la situazione in cui il cliente si rivolge al coach, appunto, annunciando di avere un problema.
Esagerato il paragone? Vediamo.
Chi vive un problema, lo avverte sempre in modo forte, pervasivo, drammatico. La persona coinvolta è in cerca di una soluzione, di una salvezza, soprattutto se il problema riguarda la sfera sentimentale o professionale.
Il coach, come lo staff che dalla base NASA supportava i tre piloti per farli tornare a casa, farà in modo che il cliente si adoperi per “tornare a casa”.
In che senso?
Per il coach, “tornare a casa” è l’espressione con cui indica le potenzialità del cliente, la sua eccellenza, il suo essere il meglio possibile, il guardare dentro di sé, in poche parole: la realizzazione di tutto ciò che è o, meglio, che il cliente può essere in quella situazione.
Il coach, quando supporta il cliente, è il suo miglior fan, tifa per lui, crede in lui e nella sua possibilità di farcela, a volte, anche più di quanto il cliente stesso creda.
Il coach crede in te, nella tua possibilità di farcela, è il tuo miglior fan…..semplicemente straordinario!
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E’ bello sapere che puoi Sottoporre il problema al coach, riferimento e sostegno alla risoluzione di una problematica di qualunque sia la natura, sentimentale, lavoratativa etc.
Grazie
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