Il termine coach, in ambiente anglosassone, ebbe un ulteriore significato soprattutto a seguito della pubblicazione del libro The Inner Games of Tennis, nel 1974 (in Italia “Il Gioco Interiore nel Tennis”), da parte del californiano W. Timothy Gallwey, allenatore di una squadra di tennis dell’Università di Harvard.
Attraverso questo suo primo libro pose per iscritto i principi base del coaching affermando che: “C’è sempre una partita interiore che è giocata nella tua mente qualsiasi sia la partita che stai giocando. Il modo con cui affronti questa partita fa la differenza fra il successo e il fallimento”.
È soprattutto a partire da questo momento che il termine coach fu inteso non solo come allenatore dell’aspetto fisico dell’atleta ma anche della sua preparazione mentale.
In seguito, lo stesso Gallwey proponeva l’applicazione del gioco mentale a molti campi sportivi oltre al tennis, come il golf, lo sci ma anche la musica e, ancora, ambienti lavorativi ecc….
Le sue indicazioni oggi sono applicate nel campo degli affari, della salute, dell’educazione, della vita in generale, ed è in questi termini che il coach oggi agisce ed è maggiormente conosciuto in America, in Europa e anche in Italia.
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